domenica 3 luglio 2011

Matteo 26,41

“Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Mt 26,41)
(http://www.atma-o-jibon.org/italiano10/parola_lug11.htm)

Come possiamo trovare l’aiuto più forte per superare le tentazioni nella nostra vita? I setti sacramenti ci da le grazie forti per dire di “no” alle tentazioni e di “sì” a Gesù. Sei di questi sacramenti producono effetti e danno grazie corrispondenti al sacramento. Ma il sacramento dell’Eucaristia è Gesù Cristo in Persona! La fonte e apice della vita cristiana è l’Eucaristia!

Si sperimenta sempre una certa emozione quando si arriva alla sorgente del Piave o del Tevere o di qualche altro grande fiume, perché quei corsi d’acqua richiamano alla memoria fatti importanti per l’Italia e per il mondo intero. Così avviene quando ci si ferma, senza fretta, davanti all’Eucaristia: da questo sacramento è sgorgata tutta la vita della Chiesa espressa lungo duemila anni di storia.

Dall’Eucaristia hanno preso coraggio e forza i martiri. Durante le persecuzioni, i cristiani hanno inventato ogni stratagemma per far giungere ai condannati il pane eucaristico.

Dall’Eucaristia è sgorgato un fiume di carità che ha fatto sorgere nel mondo ospedali, lazzaretti, lebbrosari, orfanatrofi e altre istituzioni caritative. Teresa di Calcutta apriva le sue case solo se c’era la possibilità della Messa e dell’adorazione dell’Eucaristia “perché, diceva, non si può amare i più poveri tra i poveri se non ci si alimenta alla sorgente di Gesù”.

Dall’Eucaristia hanno attinto la sapienza moltissimi cristiani. Tommaso d’Aquino, ritenuto dalla Chiesa un maestro impareggiabile, acquisiva il suo sapere da Gesù nel tabernacolo, sul quale appoggiava spesso il capo.

L’Eucaristia, sorgente della vita della Chiesa, ne realizza l’unità: “un solo pane, un solo Corpo”.

Con l’Eucaristia siamo intimamente inseriti nella vita di Gesù come membra del suo Corpo. Per questo è chiamata “comunione”: ci porta a superare l’istinto di rinchiuderci nell’egoismo e ci apre all’amore divino verso tutti; ci fa un solo corpo, com’è uno il pane che mangiamo.

Anche la processione eucaristica vuole esprimere questa unità non statica, ma di vita, di collaborazione, di cammino fatto insieme.

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Un’Esperienza di Vita:

Il Cardinale Van Thuan durante il Giubileo predicò gli Esercizi Spirituali al papa e alla curia romana. Nelle sue riflessioni ha raccontato molti fatti della sua esperienza vissuta in un campo di concentramento del Vietnam, dove trascorse 13 anni di prigionia di cui 9 in isolamento:

«Messo in prigione sono riuscito a scrivere ai miei amici, che mi mandarono un po’ di vino con l’etichetta “medicina contro il mal di stomaco” e delle ostie nascoste in una fiaccola contro l’umidità. Non potrò mai esprimere la mia grande gioia: ogni giorno, con tre gocce di vino e una goccia d’acqua nel palmo della mano, ho celebrato la Messa... Erano le più belle Messe della mia vita! Così in prigione sentivo battere nel mio cuore il cuore stesso di Cristo. Sentivo che la mia vita era la sua, e la sua era la mia.

Nel campo di rieducazione eravamo divisi in gruppi di 50 persone, dormivamo su un letto comune, ciascuno aveva diritto a 50 cm. Alle 21,30 bisognava spegnere la luce e tutti dovevano andare a dormire. In quel momento mi curvavo sul letto per celebrare la Messa, a memoria, e distribuivo la comunione passando la mano sotto la zanzariera. Abbiamo perfino fabbricato sacchettini con la carta dei pacchetti di sigarette per conservare il Santissimo Sacramento e portarlo agli altri. Gesù Eucaristia era sempre con me nella tasca della camicia.

Ogni settimana aveva luogo una sessione di indottrinamento, a cui doveva partecipare tutto il campo. Al momento della pausa, con i miei compagni cattolici, approfittavamo per passare un sacchettino a ciascuno degli altri quattro gruppi: tutti sapevano che Gesù era in mezzo a loro. La notte i prigionieri si alternavano in turni di adorazione. Gesù eucaristico aiutava in modo inimmaginabile con la sua presenza silenziosa: molti cristiani ritornavano al fervore della fede. La loro testimonianza di servizio e di amore aveva un impatto sempre più forte sugli altri prigionieri. Anche buddisti ed altri non cristiani giungevano alla fede. La forza dell’amore di Gesù era irresistibile».