lunedì 1 agosto 2011

Ebrei 10,9

Ecco, io vengo per fare la tua volontà (Eb 10,9)
(http://www.focolare.org/it/news/2011/08/01/ecco-io-vengo-a-fare-la-tua-volonta-eb-109/)

Durante Avvento leggiamo nella Liturgia che amore sa vigilare (I dom.), abbiamo visto l’amore come realizzazione perfetta di sé (Immacolata), amore vicendevole come luce e fuoco che rende presente Gesù tra di noi (II dom.), amore come fonte della gioia nel dare (III dom.). Nella vigilia di Natale la liturgia ci parla dell’amore più grande, ossia del sacrificio di noi stessi, della nostra volontà, spinti dall’esempio di Gesù e di Maria. Nella lettera agli Ebrei vengono ricordate le parole del Figlio di Dio: Ecco, io vengo, o Dio, per fare la tua volontà; ed il Vangelo della vigilia di Natale ci presenta Maria che visita Elisabetta, attuazione concreta del suo sì a Dio: Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto.

È nell’obbedienza totale alla volontà di Dio che noi compiamo il sacrificio perfetto: diamo non cose, tempo o affetti, ma tutti noi stessi. È nel sì quotidiano che noi rinneghiamo noi stessi e confermiamo quanto dice la Scrittura: “Gradisce forse il Signore le offerte e i sacrifici più dell’obbedienza alla sua parola? Meglio del sacrificio è obbedire” (1 Sam 15,22). San Bernardo, il cantore di Maria, esclama che Maria piacque a Dio per la sua verginità, ma concepì e divenne madre per la sua umiltà.

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Un’Esperienza di Vita:

Dovevo assentarmi tutta la giornata per partecipare a una riunione proprio il giorno della festa della mamma. Avevo visto la cosa con mia moglie e tutto lasciava pensare che andava benissimo che quel giorno io fossi assente. Più volte, però, ho percepito un certo malcontento da parte dei ragazzi e anche di mia moglie. È stato per me il campanello d’allarme, il cric del grilletto, il momento di vivere la Parola.

Da quel momento mi sono distaccato da quell’incontro e mi sono messo a vivere per la festa della mamma, per mia moglie, a cominciare dalla scelta del regalo con i ragazzi. Volevo che quella giornata fosse proprio bella, un vero dono per mia moglie. Per questo sono rimasto con lei sempre, ad aiutarla nelle sue occupazioni: lavare i piatti, preparare da mangiare, fare i vari lavori di casa. Ella era un po’ colpita nel vedermi sempre lì con lei, ma io le ho detto che questa era la sorpresa per vivere la festa della mamma: volevo davvero condividere il suo tempo, volevo vivere per lei. Abbiamo fatto tutto insieme ed è stato meraviglioso. Ella era contentissima, io ed i ragazzi felici.

Renato S., Venezia